::16-22 giugno 2007::
Fatti, cronache, personaggi, interviste in diretta da Taormina
dalla nostra corrispondente Maria Arruzza

giovedì 21 giugno 2007
XXY: la rivincita del cinema argentino


Il Taormina Film Fest edizione 2007 non vuol certo essere etichettato soltanto come il festival del Mediterraneo. Infatti Deborah Young ha creato una sezione apposita chiamata Beyond the Mediterranean a dimostrazione che i confini stretti non vanno d’accordo con la cultura. Col film giapponese “Beyond the crimson sky” di Masaki Hamamoto, con l’ironico “Kings” dell’irlandese Tom Collins, col delicato film bulgaro “Warden of the dead” di Ilian Simeonov visti finora, si è avuta l’impressione che la cinematografia non hollywoodiana, continua a produrre ottimi lavori nonostante le enormi difficoltà distributive (come può competere un film come “L’uomo di vetro” uscito soltanto in 30 copie con un film come “The transformers”, per fare un esempio? Figuriamoci un film bulgaro o giapponese nelle nostre sale! Verrebbe semplicemente massacrato se fuori dal giro delle major).
Conferma questa tendenza un debutto importante, quello di Lucia Puenzo con l’impegnativo “XXY”, interpretato da Inés Efron, Riccardo Darìn, Valeria Bertuccelli. L’Argentina, e un po’ tutto il mondo latinoamericano, sta riscoprendo il gusto di fare cinema di un certo livello. Se n’è accorto, ad esempio, un produttore illuminato come Donald Ranvaud che oltre a essere uno dei produttori del divertente film portoricano “Maldeamores”, visto nella sezione Grande cinema al teatro Antico, sta spingendo verso la produzione di film latinoamericani portando avanti giovani talenti.
Il caso di Lucia Puenzo, quindi, va letto in un’ottica di grande ripresa del cinema argentino. La storia complessa di un ermafrodito adolescente che attraversa l’età puberale tra turbamenti e difficoltà relazionali è narrata dalla regista con mano attenta, stilisticamente impeccabile. Se proprio dovessimo notare qualcosa di stonato in un film, che comunque è piaciuto molto al pubblico taorminese, è una sorta di distacco emotivo. La Puenzo racconta con levità l’evoluzione sentimentale dei giovani protagonisti (interessante il contrasto tra i turbamenti sessuali di Alex, l’ermafrodito, che ancora non sa e non vuole decidere la sua sessualità, e le incertezze premature dell’amico che sente pulsioni omosessuali), ma non approfondisce. Anche il modo differente dell’accoglimento familiare della diversità è soltanto suggerito. Ma questa levità nulla toglie a “XXY” che con i suoi silenzi, i suoi ampi movimenti di macchina, resta uno dei film più belli visti al festival.
Maria Arruzza

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Inserito da Maria Arruzza alle 11:16:00 AM

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