::16-22 giugno 2007::
Fatti, cronache, personaggi, interviste in diretta da Taormina dalla nostra corrispondente Maria Arruzza |
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lunedì 18 giugno 2007
Goran Paskaljevic, mai più con le major “Midwinter night’s dream” è un film del 2004, presentato anche al Moma di New York, dai toni drammatici fortissimi. Era, dunque, inevitabile che stamane buona parte della Lezione di cinema di Goran Paskaljevic (“Come Harry divenne un albero”,”La polveriera”, “Il cane che mava i treni”), presentata da Olivia Stewart, vertesse più sull’aspetto narrativo che su quello tecnico. Paskaljevic è autore indipendente e ci tiene a precisarlo: “Ho commesso un errore 30 anni fa a lavorare con la Metro Golden Mayer e dopo l’esperienza americana, la peggiore della mia vita, mi è sembrato d’aver perso l’anima. A distanza di tanti anni sono sempre più convinto della mia scelta d’indipendenza: non voglio più lavorare con le major”. Le difficoltà di realizzazione di un film in Serbia non lo scoraggiano. “Ho vissuto i momenti della dittatura jugoslava, quando se volevi girare un film dovevi anche passare la censura e modificare le sceneggiature. Oggi la difficoltà maggiore è quella dei finanziamenti, il budget che si ha a disposizione è davvero troppo basso. Non mi piace produrre i miei film, ma non posso farne a meno se voglio rimanere un regista libero. Non voglio sottostare al ricatto della produzione. I produttori quando devo ridurre il budget, risolvono tagliando il tempo ai registi". Il fatto di autoprodursi i film lo fa sentire davvero libero. Anche di affrontare una problematica come quella dell’autismo impegnando sul set una bambina autistica davvero,lavorando con lei per sei mesi prima di allestire il set: “Ho scritto una sceneggiatura di sole trenta pagine, lasciando poi tutto all’improvvisazione. E non potevo fare altrimenti. Ho lavorato con Jovana imparando tantissimo, ma nonostante tutto non potevi sapere mai come andava a finire - racconta il regista serbo - Ho dovuto costruire ogni scena nei particolari con lei, ripetendo e ripetendo le azioni, convincendola e preparandola a conoscere persone nuove. Jovana si apre solo con chi riesce a entrare nel suo cuore. Poi arrivati al momento del ciak, la bambina usciva di scena e non ne voleva sapere. Si doveva ricominciare”. La storia di “Midwinter night’s dream” narra di due rifugiate (Jovana e la sua mamma) e di Lazar che esce di prigione e s’imbatte in una nuova situazione affettiva. Lazar s’innamorerà di Marija e riuscirà a farsi accettare come padre da Jovana. “Anche sul set è stato così - conferma Paskaljevic - Lazar è un professionista, ha avuto grandissima pazienza e Jovana è riuscita pian piano ad aprirsi con lui”. Parlando della Serbia Goran Paskaljevic ha detto che il suo è un paese autistico, suscitando la curiosità del pubblico, così ha precisato: “La Serbia sta vivendo un periodo difficile, è un paese isolato, povero e in questa situazione i nazionalisti riescono a pescare consensi da insospettabili ampie fasce di popolazione. Manca l’accettazione dell’errore, i serbi non ammettono che sono stati commessi errori durante la guerra, i serbi dicono solo ‘sì, va bene, ma anche loro…’ ma un errore è un errore. Ecco perché secondo me questo popolo ha un atteggiamento autistico”. Maria Arruzza Etichette: Lezioni di cinema Inserito da Maria Arruzza alle 12:26:00 PM0 Commenti: |
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