::16-22 giugno 2007::
Fatti, cronache, personaggi, interviste in diretta da Taormina
dalla nostra corrispondente Maria Arruzza

martedì 19 giugno 2007
Si replicano i corti siciliani!

Ha suscitato grande interesse il concorso dedicato ai “Corti siciliani”, tanto che mercoledì verranno replicati. Al vincitore andrà il “N.I.C.E. - Intel Centrino Duo Award” e sarà una giuria popolare a decretare il vincitore che sarà inserito tra i sette cortometraggi che rappresenteranno l’Italia nelle rassegne di New York, San Francisco, Mosca, San Pietroburgo, Amsterdam e L’Aia.
Inoltre, visto il buon esito, il N.I.C.E. sul proprio sito http://www.nicefestival.org ha esteso fino al 30 agosto il termine per poter concorrere al premio che la New York Film Academy attribuirà alla migliore sceneggiatura presentata. Al concorso s’erano presentati in 50 e un comitato di selezione - composto da Viviana Del Bianco, direttore del New Italian Cinema Events (N.I.C.E.), Grazia Santini, direttore esecutivo del N.I.C.E. e Carolina Mancini, critico cinematografico di “Cinema & video international” – ha selezionato gli otto finalisti in concorso con queste motivazioni:
“Il vecchio e la fontana” del catanese Tony Palazzo per “l’ottima capacità di rendere una atmosfera di ricordi nostalgici e allo stesso tempo una realtà temporale con un elemento paesaggistico”.
“Red Line” di Francesco Cannavà, messinese di 26 anni, interpretato da Corrado Fortuna e Maura Leone: “Stilisticamente ben costruito, con una storia dalla trama non scontata”.
“Caro figlio” del quarantenne palermitano Antonio Giambanco: “Intrigante storia di un rapporto familiare con una bella grafica di animazione”.
“Il prestigiatore” di Mario Cosentino, nato a Giarre: “Storia ben condotta di un gruppo di amici che cercano di evadere dalla banalità del quotidiano con un finale a sorpresa”. “Be-hind me” di Marta Tagliavia, 25 anni di Palermo: “Ha ben rappresentato un conflitto interiore che nasce dalla società attuale”.“La coperta” di Sergio Evola e Fabio Agatino: “Originale trasposizione di una situazione surreale tratta da un racconto di Bukowski”.
“Pisci di broru” di Paolo Santangelo, 34 anni di Sciacca: “Bella indagine psicologica sulla conseguenza della vecchiaia che costringe l’individuo a lasciare il lavoro che è stato tutta la sua vita”.
“Giuramento di marinaio” di Mauro Graiani e Francesco Bellomo è stato selezionato perché “gli autori sono riusciti a rendere l’atmosfera dell’attesa ed è notevole il contrappunto tra la storia del marinaio e quella dei bambini”.
Maria Arruzza

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Inserito da Maria Arruzza alle 2:35:00 PM 0 commenti


Terence Davies un outsider del cinema


Il regista inglese Terence Davies ha tenuto la Lezione di cinema stamane subito dopo la visione del suo La casa della gioia, prodotto da Olivia Stewart che lo ha presentato agli allievi e al pubblico festivaliero, come di consueto numerosi a questi incontri con i grandi del cinema: “E’ stato detto che La casa della gioia è un film che rompe le regole del cinema. Ma non è vero. E’ solo un film che si concentra sull’esclusione di un individuo all’interno di una società. In questo caso la classe ricca. Non è nemmeno un film che parla di ricchezza, ma di quanto la ricchezza sia viziosa. Capisco bene cosa significa sentirsi esclusi. Sono un gay, un outsider, vissuto in un paese in cui per lungo tempo l’omosessualità era ritenuta un reato”.
Ci tiene molto al discorso sui “diversi”, sugli “esclusi” ma sottolinea:
“Io sono molto convenzionale, sono cresciuto in una famiglia cattolica e forse a causa dell’educazione religiosa, ho difficoltà a rompere gli schemi. Per questo mi sento molto vicino alle persone vittime delle regole sociali. Perché se mi dicono che non posso far qualcosa, soffro moltissimo, ma non la faccio. Il personaggio di Lily della Casa della gioia mi è per questo congeniale, perché so cosa significa sentirsi outsider”.Maniacale sul set (“Sposto la camera anche di un centimetro se occorre”), impulsivo nelle scelte (“Incontro personalmente i miei attori, al momento del casting, e mi basta uno sguardo per capire se lavorerò bene. Nel novanta percento dei casi non mi sbaglio”), deciso nelle idee (“Bisogna avere una visione totale del film. E’ questo il mestiere del regista”), Terence Davies sposta l’attenzione sull’istinto che lo guida da sempre:
“Quando ho letto il romanzo di Edith Wharton, ho capito che era una storia meravigliosa, scritta in un inglese glorioso e subito ho immaginato le scene del film. Non è una mia regola fissa, ma spesso mi capita di vedere la sceneggiatura, di avere una scrittura narrativa per immagini, io la chiamo memoria emotiva, e solo dopo di scrivere i dialoghi. Non posso spiegare l’istinto, so che c’è, all’improvviso trovo le soluzioni, come? Non lo so davvero. Però funziona. Anche per questo è necessario che nel momento della scrittura del film si proceda verso un risultato emotivo, attraverso il ritmo della musica, ad esempio, o tramite i suoni di fondo, o anche col tono dei dialoghi. Quando ho lavorato alla Casa della gioia, ad esempio - ha concluso l’autore del raffinato Voci lontane… sempre presenti -, avevo la necessità di aggiungere dialoghi, ho cercato quindi di tenere lo stesso tono della scrittrice. Molti mi dissero che era difficile distinguere il momento di passaggio dai dialoghi originali e quelli scritti da me. E’ stato il complimento più bello, perché credo di avere ottenuto quel risultato emotivo che cercavo”.
Infine ha annunciato che il suo prossimo lavoro sarà una commedia ambientata fra Londra e Parigi: “Mi piace il genere della commedia. Negli anni 40/50 era un genere che andava fortissimo in Inghilterra, con attori comici bravissimi, e attori drammatici abbastanza bravi. Oggi non ce ne sono più".
Maria Arruzza

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Inserito da Maria Arruzza alle 1:22:00 PM 0 commenti


Tutti affetti da "Maldeamores". I premi a Giancarlo Giannini e a Hanna Schygulla



A sorpresa, stasera al Teatro Antico viene consegnato il Taormina Arte award a Giancarlo Giannini, che si va ad aggiungere all'altro nome di prestigio già annunciato, Hanna Schygulla. A seguire il film portoricano “Maldeamores” di Carlitos Ruiz Ruiz e Mariém Pérez Riera, con Luis Guzman, Teresa Hernandez e Luis Gonzaga. “Maldeamores” è un film costruito su più storie che girano tutte attorno a un argomento, l’amore. E’ il modo di vedere l’amore attraverso generazioni, classi, luoghi differenti. Ruiz Ruiz e la Riera si divertono a esplorare il percorso che il sentimento intraprende lungo la vita dell’uomo, dall’infanzia alla vecchiaia.
Maria Arruzza

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